Transiti più sicuri o “oblio legale” per i rifugiati siriani?

Hassan Javed (Center for the Study of Democracy, Sofia, Bulgaria)

Le ambizioni dei rifugiati di cercare una vita migliore in Europa sono state influenzate dalla dichiarazione UE-Turchia del 2016 e la successiva decisione ministeriale congiunta greca del 2021. La prima delinea le procedure per il rimpatrio dei migranti irregolari arrivati dalla Grecia alla Turchia, al fine di arrestare il flusso migratorio irregolare dalla Turchia all’Europa e prevenire le morti in transito nel Mar Egeo; la seconda, invece, ha dichiarato la Turchia un Paese terzo sicuro, limitando l’ammissibilità all’asilo europeo per i rifugiati provenienti da Siria, Afghanistan, Somalia, Pakistan e Bangladesh. Di conseguenza, il numero di rifugiati irregolari che raggiungono l’UE dal Mar Egeo e dalla rotta balcanica è diminuito significativamente. D’altro canto, però, l’impatto di questi strumenti giuridici sulla sicurezza dei rifugiati è stato criticato. La Turchia ha iniziato a venir meno alle proprie responsabilità in base alla dichiarazione UE-Turchia, lasciando alcuni rifugiati in un limbo, mentre l’UE ha faticato a reinsediare un numero sufficiente di rifugiati e a fornire loro vie d’ingresso sicure e legali. Nel frattempo, la decisione ministeriale congiunta non prende in considerazione il modo in cui i rifugiati siriani affrontano il respingimento e la violenza xenofoba in Turchia, trascurando la minaccia alle loro vite e ai loro mezzi di sostentamento. Il presente policy brief analizza gli impatti che la Dichiarazione UE-Turchia e la Decisione ministeriale congiunta hanno avuto dopo la loro attuazione e come le loro conseguenze negative possano essere ridotte attraverso cinque raccomandazioni politiche, tra cui l’assoggettamento della Turchia a un meccanismo europeo di sanzioni e monitoraggio, l’abrogazione della Decisione ministeriale congiunta per riconoscere le minacce che i rifugiati devono affrontare in Turchia e l’attivazione del Programma volontario di ammissione umanitaria per aumentare il numero di rifugiati siriani reinsediati.

 

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